TARTARE: il passaggio generazionale

Quando la tartare diventa un simbolo, forse è il momento di farci una riflessione.
Vi racconto questa… la racconto direttamente dal ristorante, luogo in cui mi trovo ora a scrivere. Come sfondo la musica rilassante, i colori sono tenui, la cucina inizia a farsi sentire, mi circonda un interessante numero di bottiglie di vino, sono davvero a mio agio; sembra di essere distesa a terra in mezzo al grande bosco degli gnomi, guardo verso l’alto tra gli imponenti tronchi, mescolo le sensazioni trasmesse dai rami ed i profumi della primavera, il colore giallo dai raggi del sole, le melodie della natura e cerco le sfumature del cielo. Dicevo…

… ma la tartare di carne, alla francese, come si fa? Si fa unendo i diversi ingredienti e mescolando, amalgamando, direbbe Lui. C’è un ordine? Sì. Perché? Eh…

I puntini non sono a caso. “A caso” non esiste per la generazione che ha costruito un’azienda, per un imprenditore in pensione o quasi, che si prepara ad una svolta personale quale sia la chiusura oppure la cessione della propria creazione ad una seconda persona, il successore. Si parte da un costrutto, ovvero la rappresentazione di sé, che possiamo immaginare essere una lucina in accensione oppure il sale (il sale grosso nero di Cipro in caso della tartare in oggetto) in grado di donare sapore alla carne ma anche di regolare l’aggiunta graduale e meticolosa degli ingredienti a seguire.

Solo in apparenza la questione è di natura prettamente individuale perché, in realtà, secondo un approccio costruttivista l’individuo si definisce tale sulla base delle interazioni con l’ambiente, costruisce attivamente la sua identità interpretando esperienze ed osservazioni (Psicologia dei Costrutti Personali, George Kelly 1955). È nell’interazione tra individui -gli ingredienti- ed i sistemi -insieme di reazioni chimiche- che si definiscono l’identità e lo sviluppo di essa, sia che si illumini la persona, l’organizzazione sociale o l’azienda. Nel caso dell’identità aziendale, questa è data dalla sua storia e soprattutto dalle interpretazioni di essa, costruite dalle variabili economiche, produttive, non in ultima umane, fra loro amalgamate, tutte in stretta connessione fra loro.

.. e l’uovo, nel piatto, quando si aggiunge? In principio, dice Lui; alla fine, sostiene Lei. Tra loro, chi sostiene l’uno e chi l’altra, e pure questo aspetto assolutamente detiene il suo peso.

Ad onor di cronaca, succede che ci sono due persone, un grande lavoratore in pensione ed una giovane donna in crescita continua; in comune fra loro una forza pazzesca, due tori. Due generazioni a confronto, che quotidianamente si incontrano e scontrano, si mescolano e dialogano affinché la tartare di carne sia un’esperienza di successo, sia per chi la impiatta sia per tutti coloro che, dopo aver assistito alla preparazione in sala, ne assaporano il gusto morbido ed equilibrato.

Equilibrio, morbidezza, dialogo, movimento dinamico, elasticità sono fattori importanti nella vita di un’organizzazione aziendale e divengono altrettanto vitali quando si parla di progetto futuro e di passaggio generazionale; ancor più, se il discorso si svolge nel contesto familiare dove gli aspetti emotivi ed irrazionali possono maggiormente collidere con strategie tecniche e razionali. Recenti studi in campo psicologico suggeriscono -a conferma di studi ben più antichi- che maggiore capacità di adattamento (plasticità ed elasticità) equivale a maggiore libertà di iniziativa, sia nelle azioni da intraprendere per affrontare una crisi, che nell’immaginare continuità nel tempo e proiezione nel futuro (“Trasformarsi senza disgregare”, Pier Christian Verde, 2017).

Il futuro desiderato? E’ un ottimo esercizio da farsi. Attraverso un progetto desiderato, potremmo scoprire che non è l’immagine del passato a guidarci, bensì è la visione del nostro futuro, che ci conduce a programmare ed affrontare le trasformazioni. Potremmo considerare che se un’azienda è accresciuta nel tempo, questo sia stato possibile a fronte di una previsione di successo, e non che sia stato il “caso” a garantire sopravvivenza e sviluppo; potremmo considerare anche la possibilità che l’uovo, nella tartare di carne, sia unito agli ingredienti al termine della preparazione della stessa.

Eh beh, non vi resta che affrontarla, ops.. assaggiarla!

Marta Coltro

Per approfondire:

“Come gestire il passaggio generazionale nelle PMI italiane”, di Gian Andrea Oberegelsbacher & Leading Network, edito da WKI (Ipsoa) 2017

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